Principi, Orientamenti, Storia e Finalità

SOPRAVVIVERE DAL 1986
FONDAMENTI DEL SURVIVAL SPORTIVO E SPERIMENTALE
“SUPERVIVITUR, SIC VIVITUR” (Sopravvivi, così vivi)

Il SURVIVAL è una pratica meta-disciplinare olistica e proattiva indirizzata alle modalità di sopravvivenza dell’individuo, del gruppo e delle comunità umane nei diversi ecosistemi. Significa vivere al di là delle possibilità concesse dalle circostanze e si può interpretare anche come “scienza del comportamento nel pericolo”, cioè studio e sperimentazione delle soluzioni adottate in vari ambiti nel passato, nel presente e, in prospettiva, anche di quelle possibili in futuro.
Oggi è possibile svolgere attività di tipo formativo nell’ambito di varie discipline collegate al sopravvivere e sviluppare una FITNESS PREVENTIVA (o idoneità) per le emergenze
La F.I.S.S.S. Federazione Internazionale Survival Sportivo e Sperimentale (già Federazione Italiana) dal 1986 conduce in Italia e all’estero la formazione di Istruttori e l’organizzazione e realizzazione di corsi e test pluridisciplinari riferiti a ogni ambiente, negli ambiti antropologici dell’ECOLOGIA UMANA e in quelli sportivi delle DISCIPLINE OUTDOOR più educative per la preservazione individuale e di gruppo.
Nonostante la denominazione, questa attività a “IMPEGNO COMBINATO” è statisticamente considerata tra le più sicure, dati gli impliciti meccanismi di autoprotezione e i principi di cautela preventiva che contiene. A oggi non è mai stato registrato un decesso né un incidente grave all’interno delle attività federali. E’ dunque uno SPORT “ESTREMO” SOLO IN SICUREZZA.
Tutte le pratiche adottate da questa “meta-disciplina” sono finalizzate all’arte e alle tecniche del sopravvivere; insegnano ad affrontare ogni avversità reale o simulata, riattivano attitudini e abilità ancestrali attraverso un’adeguata preparazione “complessiva” che non entra però negli ambiti della specializzazione (sempre foriera di estinzione). Il survivalista deve soprattutto ADATTARSI, IMPROVVISARE, RISOLVERE COMPLESSITA’ E RAGGIUNGERE LO SCOPO, ma anche associare e sperimentare tutte le discipline utili nell’emergenza in un sistema olistico che le renda interattive e dinamiche (corsa, arrampicata, orientamento, abilità nei lanci, nuoto, lotta, ecc.); ma deve anche possedere capacità di adattamento, resistenza, destrezza, controllo emotivo, resilienza e, per di più, abilità manuali, competenze di primo soccorso fisico e psicologico, conoscenze ambientali e tecnologiche da usare come risorse “tattiche”. Non è complicato o difficile come può sembrare; basta affrontare le complessità rinunciando a una logica specialistica e “lineare”, demoltiplicare il carico cognitivo e di addestramento e utilizzare tutte le pratiche e le competenze necessarie in modo “artistico”, cioè divergente e orientato al solo risultato finale, che può essere anche casuale e fortunato, non solo di merito. Il Survival è dunque un’ARTE “PARZIALE” (non “marziale”) ispirata da un solo imperativo: garantirsi l’esistenza con qualsiasi mezzo proprio e improprio. Richiede dunque una FORMAZIONE PERMANENTE.
Le numerose attività che la sopravvivenza declina si possono definire “ECO-DINAMICHE”. Alcune guardano al passato proponendo ricostruzioni di utensili e manufatti con tecniche, metodi e strumenti delle culture primitive; altre guardano al presente e al futuro, supportate da tecnologie e da mezzi sempre più sofisticati e avanzati. Tutte comunque concorrono a rafforzare il temperamento di chi le pratica al fine implicito di prepararlo a superare stress e disagio in situazioni critiche e aumentare quindi la propria IDONEITA’ e RESILIENZA. Entrano quindi in atto: la psicologia e l’economia del comportamento, il “problemsolving”, l’autonomia e la disinvoltura operativa, la capacità di cooperazione, la sperimentazione creativa, la formazione individuale e di gruppo, lo sviluppo di abilità motorie, l’economia nell’impiego di risorse proprie o esterne (ADATTAMENTO), ma soprattutto il cambiamento di strategie, l’uso alternativo o riconversione delle dotazioni disponibili (ESATTAMENTO o “esattazione”).
Seguendo la moderna vocazione del vivere “corpo a corpo” con gli ambienti estremi, naturali o antropizzati, questa disciplina si rivela utile non solo in ambito Outdoor ma anche negli ambienti domestici e di lavoro, nelle vacanze, nei viaggi e in tutta la vita. Lo spirito d’AVVENTURA viene dunque esteso dal piano mitico e romantico a quello di ricerca e conoscenza dell’ignoto (come suggerisce l’etimo “ad ventura”).
Il termine anglosassone “SURVIVAL” con cui si definisce tutto ciò, non traduce solo la parola ormai generica “sopravvivenza” ma classifica una nuova disciplina che, almeno in Italia, è ormai distante da quella americana originaria (di carattere prevalentemente paramilitare). La FISSS ha creato in tale campo un format davvero unico e di eccellenza nel panorama internazionale, proponendo nuove linee guida e, per distinzione, anche una variante lessicale gerundiva tipica dei nuovi sport Outdoor: il“SURVIVING”.
Il “Survival” dunque rappresenta il contesto temporaneo ed estremo di un evento che minaccia realmente la sopravvivenza fisica di uno o più individui, fatalmente o volutamente coinvolti (es. trovarsi in un’isola deserta dopo un naufragio, o per libera scelta, senza alcun equipaggiamento); il “Surviving” invece costituisce il risvolto ecosportivo e diportistico del Survival, basato sull’addestramento in sicurezza attraverso corsi, contest e simulazioni non a rischio (Survival games).
Quest’ultima declinazione risulta particolarmente utile per l’idoneità psicofisica (o fitness), sviluppa positive dinamiche comportamentali, favorisce le difese immunitarie, è antidepressiva e perfino terapeutica per superare molte fobie; migliora il metabolismo, l’autostima, le capacità cognitive e decisionali, il controllo emotivo, la memoria procedurale e prospettica.
La sopravvivenza simulata tende a rivisitare, a scopo preventivo, azioni ancestrali: la fuga, il reperimento di risorse alimentari nell’ambiente, la difesa, il trasferirsi e orientarsi in vari ecosistemi, la costruzione e l’uso di ripari e utensili essenziali, l’osservazione di ogni ambiente per l’utilizzo delle sue risorse. La FISSS promuove solo principi scientifici, tecnici e ricreativi. Non è compito della Federazione sindacare sulle scelte culturali o sulle motivazioni intime o ideologiche dei propri aderenti; non intende suggerire quale cultura sia preferibile, ma solo evitare le sottoculture per risolvere i problemi; vuole attingere da ogni campo solo competenze, non lezioni di vita. Sono solo le scelte più efficaci o pragmatiche a dirigere il suo operato, che punta a un obbiettivo primario: la salvaguardia degli umani come referenti principali anche per la salvezza del nostro Pianeta (un principio di precauzione basilare nell’era dell’Antropocene).
“Essere” nell’ambiente in piena presenza psicofisica consapevole, rappresenta così il modo più diretto per preservarlo e renderlo sostenibile, fuori da suggestioni parascientifiche, da mode, misantropie di costume, ottimismi o pessimismi immotivati.
La sedentarietà e la “realtà virtuale” in Occidente stanno compromettendo abilità motorie e attitudini mentali di cui non è prudente fare a meno. Mettersi in gioco per sopravvivere significa dunque addestrarsi al peggio, alla “VIRTUALITA’ DEL REALE”.

“SALVATICO, non selvatico, è chi si salva nella selva” (Leonardo Da Vinci)
“La libertà è figlia delle foreste, e lì ritorna quando per lei si mette male”(Romain Gary)
“Quello che non ho è ciò che non mi manca” (Fabrizio De Andrè)
“La strada per le più alte aspirazioni passa spesso per l’indesiderabile (René Daumal)
“Per resistere bisogna durare”(Ernest Hemingway)

 

 

IL NOSTRO PERCORSO (Curricula Federali in sintesi)

In Italia il Survival nasce come un gioco psico-sportivo nell’agosto del 1983 con la felice realizzazione del “Monte Analogo” (una gara di trekking estremo durata cinque giorni nel Parco Nazionale d’Abruzzo).
Questa idea di Enzo Maolucci (fondatore e Presidente dell’I.S.A. – International SurvivalAssociation – e della F.I.S.S.S.), si è in seguito sviluppata in competizioni sempre più regolamentate (“Antichipassi ‘84-’85-‘86-’87 al Sestrieres, la “Via del Sale” ‘86-’87 a Limone Piemonte, “Survival Island” ‘87/’88 all’Isola d’Elba e in Sardegna, ecc.). Questi eventi, insieme ai corsi antesignani di JacekPalkiewicz, hanno segnato a loro modo un costume nell’Italia degli anni’80, con feedback positivi anche mediatici.
Dopo aver realizzato le prime gare, l’ISA nel settembre ’86 promuove la fondazione della F.I.S.S.S., Federazione che ha riunito le più importanti scuole italiane del settore e che ha formulato il primo regolamento disciplinare per gare, corsi ed esami federali.
Nel 1987 il C.O.N.I. plaude l’iniziativa ludico-formativa della F.I.S.S.S.. e, nel Convegno Nazionale del 1989 presso il Centro di Medicina dello Sport di Bologna, il Survival viene annoverato tra le “ATTIVITA’ AD IMPEGNO COMBINATO” (accanto al Decathlon, al Pentathlon e altri sport pluridisciplinari). E’ ormai uno sport non più “eretico”. Oggi la F.I.S.S.S. indice in Italia e all’estero corsi di formazione e sessioni d’esami riconosciuti a livello europeo per Istruttori di Survival e Outdoor, a cui rilascia patente specifica secondo vari livelli EQF, curandone l’operato e tenendo un Albo di categoria internazionale.
Dal 2001 a oggi collabora con la S.U.I.S.M. (SCIENZE MOTORIE – UNIVERSITA’ di Torino) per la quale la F.I.S.S.S., attraverso l’I.S.A., tiene il corso di “Sport outdoor e d’avventura” dedicato alle discipline eco-dinamiche e al Surviving.
Dal 2000 pubblica il manuale ufficiale “DATI PER VIVI”, scritto da Enzo Maolucci e Alberto Salza con il contributo di vari membri della FISSS, che ha ricevuto il patrocinio e il sostegno della Regione Piemonte, della Regione Lazio e della Provincia di Napoli.
Attraverso le sue consociate, i suoi dirigenti e i suoi istruttori, la F.I.S.S.S.. ha realizzato in 30 anni le più importanti gare e manifestazioni di sopravvivenza in Italia e ha collaborato a importanti iniziative di carattere formativo, scientifico e divulgativo intervenendo anche presso le scuole (nel campo dell’Archeologia Sperimentale, dell’Antropologia e dell’Ecologia Umana) per nuovi interventi ludico-formativi in vari settori della didattica e del tempo libero. Mantiene attualmente rapporti con importanti Enti pubblici e con Assessorati alla Cultura, Istruzione, Sport e Ambiente di varie Regioni e Città italiane.
Ha organizzato con vari Istituti Universitari la spedizione scientifica e paleoantropologica in Kenya (TURKANA 1987/89) volta a verificare non solo le capacità e le possibilità di sopravvivenza dei primi ominidi, ma anche le variazioni psicosomatiche e le risposte immunitarie dell’organismo in quell’ambiente ostile e semidesertico che è stata la culla del genere umano.
Ha coordinato a Torino dal 1989 l’apertura del Centro Sperimentale e didattico di Ecologia Umana per le scuole “SALGARI CAMPUS” (anche sede operativa permanente della Federazione) che oggi registra più di 30.000 presenze annue.
Sempre nell’89 ha affiliato il “GREEN ENERGY CAMP” a Palazzuolo sul Senio, realizzato da Roberto Garzella nell’Appennino tosco-romagnolo per la formazione Outdoor, tuttora operante.
Ha curato dal 1990 al 2006 la progettazione di un PARCO ANTROPOLOGICO antesignano partecipando al “Progetto Anthropos”, sostenuto dalla Regione Piemonte e dalla Città di Torino.
Ha contribuito a Torino alla realizzazione e alla gestione della mostra scientifica regionale “EXPERIMENTA 2004” sul tema “SopraVVivere”, collaborando anche alle edizioni 2005/2006 sullo sport.
Ha svolto docenza e organizzato tirocini per il Master “Medicina delle Catastrofi” (COREP – Università di Torino).
Nel 2004-2005 ha collaborato alle edizioni di ROMA NO LIMITS (La maratona avventura della Capitale).
Ha realizzato per il “MUSEO DELLE ALPI” – Forte di Bard (AO) la ricostruzione di un abitato preistorico.
Ha presenziato nel Team Operativo delle prove di selezione del CAMEL TROPHY, del RAID GAULOISES, del DEFENDER CUP e del LAND ROVER G4 Challengers.
Ha progettato e realizzato due PONTI TIBETANI record entrati nel GUINNESS BOOK (uno di 362 mt. a Procida nel 2001 e uno di 374 mt. sul Po a Torino nel 2004).
Ha tenuto corsi di FORMAZIONE AZIENDALE e di indirizzo psicopedagogico e naturalistico per importanti società italiane e straniere. Ha collaborato alla realizzazione di importanti trasmissioni e Reality televisivi (Survivors – L’ Isola dei famosi – La Talpa – Ciao Darwin – Uomo e Gentiluomo – Wild).
Ha organizzato manifestazioni in vari Parchi Nazionali e collaborato con la PROTEZIONE CIVILE locale.
Ha svolto dagli anni ’80 importanti RICERCHE scientifiche e culturali in Africa e in Italia per documentare e analizzare nuove possibilità di sopravvivenza per popoli ed ecosistemi a rischio, collaborando con importanti enti e istituti di ricerca e varie Università italiane e straniere, realizzando documentari trasmessi dalle più importanti reti televisive nazionali.
Nel 2008 ha posto le basi del Comitato Outdoor e Sport Ecodinamici (C.O.S.E.) insieme ad altri soggetti istituzionali e Federazioni del settore.
Nell’ambito della manifestazione “Torino capitale europea dei giovani” 2010 ha collaborato al ‘VERTICAL CITY RACE’ realizzando una teleferica manuale di 250 mt. sul fiume Po.
Da luglio a settembre 2010 è partner e sponsor della progettazione di una scuola etno-museale sul lago Turkana in Kenya, sostenuta dal National Museum of Kenya e patrocinata dal Laboratorio di Antropologia -Università di Torino.
Dal 2011 organizza annualmente dei Testage in Kenya per la Formazione Istruttori e dispone di basi logistiche per corsi ed esplorazioni in ambienti equatoriali.
Nel 2012 coordina il settore Survival CSEN (E.P.S. CONI) e nel 2014 il settore Survival-Outdoor per l’EPS CONI A.S.I.
Nel 2014 realizza il terzo record GUINNESS Book a Baveno (Lago Maggiore): un ponte di bottiglie riciclate di 151 x 2 mt.
Nel 2015 ospita nella sua sede operativa il primo incontro nazionale di PREPPING e Survival urbano. Nel 2016 ha tenuto corsi per riservisti militari U.N.U.C.I.
Dal 2016 collabora a diverse trasmissioni televisive e a rubriche di periodici nazionali. Dal 2001 a oggi svolge docenza per l’UNIVERSITA’ di TORINO (Corso di Sport Outdoor e d’Avventura – Scienze Motorie SUISM) e dal 2018 con l’UNIVERSITA’ di BOLOGNA (Master in formazione Outdoor ed esperienziale). Collabora inoltre con le UNIVERSITA’ di ROMA, GENOVA e PAVIA per la formazione in campo Outdoor, Medicina, Soccorso, Scienze Naturali ed Educazione Ambientale.
Nel 2017 è diventata la prima SURVIVAL FEDERATION ACADEMY accreditata a livello internazionale per la formazione sportiva e interculturale e per il rilascio di qualifiche professionali di validità europea (registrata da EURETHICS-ETSIA come “Educational Study Centre” di massimo livello secondo il quadro europeo delle qualifiche EQF – ISO/IEC 17024 – 2012).
Attraverso l’I.S.A., è nato il settore Nazionale Survival Orienteering, che fa capo al M.S.P.-CONI, e che organizza annualmente il Campionato Italiano Survival (con la specialità del Triathlon).

 

GLI OBIETTIVI E LE ATTIVITA’ CHE PROMUOVIAMO

La F.I.S.S.S. è orientata a porre l’esperienza dei propri dirigenti, esperti e istruttori al servizio della comunità, dell’istruzione e della ricerca internazionale, soprattutto nel campo dell’Ecologia Umana e dell’Antropologia. La sua natura originaria (sport e avventura) si evolve ora in vari settori scientifici, tecnici e formativi.
– DIDATTICA (per scuole di ogni grado e Università nei campi Ecologia Umana, Educazione ambientale, Scienze Motorie, evoluzione umana e culture primitive).
– CORSI, CAMPI SCUOLA ED OUTDOOR CAMPUS (propedeutici per neofiti e avanzati per Istruttori di Survival).
– SIMULAZIONI, INIZIAZIONI E PREPARAZIONI (test sperimentali e contest di Survival outdoor e urbano).
– CONTEST, GARE E MANIFESTAZIONI (pratiche multi-sportive, campionati di survival, raid, maratone, trekking, eco-orienteering e prove di endurance).
– FORMAZIONE OUTDOOR (per team aziendali -Wildlife Training-, per terapie anti-stress e team building).
– TESTAGES (seminari e workshop di aggiornamento per Istruttori federali con sessioni d’esame per varie qualifiche).
– FULL IMMERSIONS (itineranti o stanziali in ambienti estremi, in Italia e all’estero, Survival Experience e Viaggi Avventura).
– SPERIMENTAZIONI (in vari ambiti, tra cui protezione civile, primo soccorso, endurance e resilienza, psicologia somatica e sociale).
– PROGETTAZIONE (di campi e percorsi eco-dinamici, impianti outdoor, mostre e parchi a tema di Ecologia Umana).
– ORGANIZZAZIONE E LOGISTICA (per spedizioni e viaggi di formazione a scopo naturalistico e antropologico)
– SURVIVAL RESCUE (primo soccorso in aree remote e water egress in mare) .
–PALEOWORKING (Survival primitivo e naturale con ricostruzione di manufatti preistorici o etnici. Archeologia e Antropologia Sperimentale).
-BUSHCRAFT (Permanenza e attività nei boschi)
-TRACKING (ricerca di tracce animali o umane)
– PREPPING (logistica preventiva delle catastrofi e Urban Survival).
-MENTAL SURVIVAL – TRAINING & THERAPY(psicologia della sopravvivenza e supporto terapeutico psicosomatico)
-EDITORIA specialistica a cui contribuisce in varie pubblicazioni di propri esponenti, tra cui: DATI PER VIVI (Maolucci, Salza) Ed. F.I.S.S.S. 1999-2010; OUTDOOR (Maolucci, Salza, Dalla Palma) Ed. HOEPLI 2010; SURVIVING (Maolucci, Salza) Ed. HOEPLI 2010; GUIDA COMPLETA AL SURVIVAL (Lorenzani) Ed. Hoepli 2014; PREPPING (Maolucci, Salza) Ed. Hoepli 2016; MENTAL SURVIVAL (Nannini) Ed. Hoepli 2016; ANTROPOLOGIA DELLA SOPRAVVIVENZA (A. Tiddi, M. Elìa) Ed. la Pietra 2020; ECOBIOETICA (Max Giusio) Ed. D’IDEE 2022.

 

 

L’ATTUALITA’ DEL SOPRAVVIVERE

Per la biologia evoluzionistica la sopravvivenza di ogni organismo vivente sta nel rapido cambiamento di strategie e tattiche, adattative ed exattative, con adozione e riconversione di risorse proprie o esterne che producano vantaggi nella selezione naturale. Questo vale soprattutto per Homo sapiens. Eppure in Occidente, da più di mezzo secolo, forse si ha più paura di morire che voglia di vivere. E’ il momento del “PREPPING” ( prepararsi al peggio), praticato da nuovi survivalisti disincantati che non hanno la solita vocazione all’Outdoor, ma amano piuttosto programmare con il loro prossimo una logistica volta a prevenire ogni tipo di emergenza o di catastrofe nel loro stesso ambiente di vita, soprattutto urbano (una protezione civile “fai da” te e di gruppo, un gioco preventivo che non è solo scaramantico). Questa attenzione particolare alla sopravvivenza si manifesta ultimamente in molte declinazioni (estreme, ludiche, sociali, culturali e mediatiche). Il sopravvivere ha oggi una logica non soltanto adattativa, precauzionale e cognitiva, ma anche attuativa.
Tale tendenza è importante al fine di promuovere la preservazione individuale, di gruppo e della specie in caso di catastrofi naturali o eco-bio-tecnologiche, attentati terroristici, disastri nucleari, climatici o meteorici, pandemie (che sono le nostre epocali paure).
Giocare al SURVIVAL è dunque un “PROBLEM SOLVING” pragmatico, un transfert formativo di AUTO-TERAPIA sia psicologica che fisica, che aumenta le difese immunitarie e la “RESILIENZA” allo stress.
Sopravvivere in fondo significa AVERE ECOLOGICAMENTE SUCCESSO CON L’AZIONE (cioè riempire lo spazio operativo lasciato libero dalla negligenza). Occorre capire e saper gestire l’ambiente per riuscire poi a dialogare con esso, di qualsiasi natura possa essere (naturale, artificiale o sociale). Occorre agire in modo “eco-dinamico”, cioè non sprovveduto, dogmatico o predatorio ma INTELLIGENTE (interattivo e cooperativo). Occorre privilegiare assertivamente la vita degli umani e adottare quel “principio di precauzione” tanto caro agli ambientalisti tradizionali nei confronti delle altre specie. Occorre infine studiare l’economia e la psicologia del comportamento e ottimizzare ogni rapporto “costo-beneficio” nel vivere quotidiano per trasformare lo stress psicofisico in una risorsa e non in un limite.

PER VOCAZIONE, PASSIONE, DIPORTO, CONOSCENZA E PROFESSIONE
Il SURVIVAL è dunque una “meta-disciplina” olistica; è scienza del comportamento proattivo, sia innato (o genetico) che appreso (o culturale); è SCIENZA DEL PERICOLO. Noi “Sapiens” siamo gli animali che hanno sviluppato più propensione e metodo nel sopravvivere alle pressioni ambientali e sociali. Fuori dagli ambienti africani della nostra origine, non siamo diventati fisiologicamente più adatti, ma solo più adattati e adattabili ad ogni ambiente per caratteristiche soprattutto intellettive e creative.
Dopo oltre 30 anni di sperimentazioni, protocolli disciplinari e costruzioni di sistema in ambito F.I.S.S.S. e anche universitario, possiamo avanzare una riflessione: la sopravvivenza è come il sesso e il cibo, serve alla nostra preservazione come l’accoppiarsi serve alla riproduzione e il cibarsi alla nutrizione, ma non è solo per questo che ci adoperiamo in tali attività. Gli umani hanno saputo interpretare queste e altre pulsioni biologiche primarie in modo esteso e complesso, facendone cultura e perfino divertimento. Tralasciando dunque il significato esistenziale che ha assunto genericamente il termine italiano “sopravvivenza”, nella sua attuale complessità olistica per noi presenta almeno 4 modalità di applicazione:
1) La modalità “ESTREMA”, quella in verità meno praticata ma più soggetta all’interesse mediatico, è il SURVIVAL, cioè il rischiare davvero la vita; vocazione che chiamiamo spirito d’avventura o attrazione per l’ignoto e l’azzardo.
2) La modalità “PROTETTA” l’abbiamo battezzata noi “SURVIVING” per distinguerla dalla prima: si tratta di simulazioni diportistiche o sperimentali, di iniziazione o formazione (“Prepping” compreso).
3) La modalità “CULTURALE” (o eco-naturalistica) che si riflette nelle tipiche full-immersion esplorative, nel “Bushcraft” o nel “Depriving”, pratiche che richiedono però attitudini, scelte o prerequisiti emotivi, mistici o ideologici.
4) La modalità “TECNICA” (o professionale) introduce al mestiere e ai saperi specifici di un Istruttore-guida, di formazione un tempo militare e oggi anche civile.
La RICERCA DI AUTONOMIA E AUTOSUFFICIENZA è il comune denominatore di ogni sua declinazione.
Può essere INDIVIDUALE o DI GRUPPO; può riferirsi agli ambienti naturali più o meno estremi (l’ OUTDOOR) o a contesti urbani e sociali (il PREPPING); può orientarsi sull’HI-TECH (ritrovati tecnologici avanzati) o per contro sul “DEPRIVING” (equipaggiamento azzerato, tutto in testa, niente in tasca) e/o sulle dinamiche del comportamento ( MENTAL SURVIVAL).

 

SOPRAVVIVERE E’ COSA SERIA, MA PURE DIVERTENTE E SALUTARE.
La sopravvivenza è stata toccata dalla modernità a partire dai primi anni 80 del secolo scorso; e in momenti critici come questo è diventata perfino “trendy” e scaramantica. La sua letteratura è ormai sterminata e comprende anche il nostro manuale federale “Dati per Vivi” (Surviving” Ed. Hoepli). Eppure esiste una contraddizione di fondo che confermano le statistiche: si muore di più in casa e sui mezzi di trasporto che nella natura selvaggia. Quindi per imparare davvero a sopravvivere occorrerebbe seguire anzitutto corsi pratici di guida e di sicurezza domestica e non di adattamento ad ambienti estremi ormai quasi virtuali. In tal modo però non avremmo molti iscritti ai corsi. Simulare invece la sopravvivenza nell’altrove e mettersi in gioco con l’immaginazione è molto più appagante. Significa addestrarsi al vero cercando non una realtà virtuale, ma piuttosto la “VIRTUALITA’ DEL REALE” con una prudente e graduale “inoculazione di stress” per motivarsi e prevenire eventuali pericoli (ciò che non ti uccide ti rafforza).
Anche se le reali necessità sembrano ormai superate, il SURVIVAL è diventato una “META-DISCIPLINA” che, al di là del puro spirito di salvaguardia, agisce in prossimità con ambienti, persone e situazioni sempre più rare. Può mettere in gioco emozioni e reazioni primarie anche terapeutiche (ANTISTRESS, antidepressive), idoneità psicofisica (FITNESS) e perfino PIACERE (feedback positivo).Si può oltretutto praticare ovunque, anche nei pressi delle città, in quei ritagli di ambiente non antropizzato che potremmo definire “GEOGRAFIA INTERSTIZIALE”, cioè prossima o inclusa nella civiltà ma per lo più ignota e disabitata.

SURVIVAL PER RICONVERSIONE
Il concetto di EXAPTATION, traducibile in “exattamento” o “pre-adattamento”, arriva dall’elaborazione ed estensione delle teorie evoluzionistiche post-darwiniane ad opera di S.J.Gould e N.Eldredge alla fine del secolo scorso. Gli organismi viventi non si limitano sempre ad adattarsi utilizzando le proprie dotazioni fisiologiche ma, spinti da pressioni ambientali o catastrofi epocali che rivoluzionano di colpo equilibri ecologici (le “punteggiature”), a volte “mutano” geneticamente e sono occasionalmente premiati nella lotta per la riproduzione, altre volte si trovano a RICONVERTIRE le loro dotazioni in modo improprio e creativo, cioè a cooptarle per altre funzioni. E’ classico l’esempio delle piume degli uccelli, originalmente sviluppatesi per protezione termica e poi “exattate” al volo da quasi tutte le specie aviarie.
Il SURVIVAL può dunque essere letto antropologicamente come CAPACITA’ DI EXAPTATION IN PIU’ AMBITI.
Ne citiamo una dozzina in cui la disciplina gioca un ruolo di utile riconversione.
– ECONOMIA. Riconversione di risorse (si esclude l’usa e getta, tutto può servire, anche gli scarti).
– EMOTIVITA’. Riconversione delle paure e superamento di fobie (è il campo delle neuroscienze).
– PULSIONI PRIMARIE. Riconversione culturale dell’istinto (il Survival come il sesso e il cibo).
– GENETICA. Riconversione di funzionalità geniche (epigenetica: evoluzione durante lo sviluppo).
– FISIOLOGIA. Riconversione delle potenzialità (metaboliche, immunitarie, motorie, ecc.).
– TECNOLOGIA. Riconversione di invenzioni in disuso (scheggiatura, accensione fuoco, arco).
– SOCIOLOGIA. Riconversione di comunità: ridiventare “banda” cooperante e pragmatica (non tribale e selettiva).
– ETICA. Riconversione di solidarietà e “prossimità” concreta: si instaura, con il prossimo e con l’ambiente, un patto almeno temporaneo di coesistenza, reciprocità e protezione (un survivalista per principio non lascia mai indietro nessuno).
– ECOLOGIA UMANA Riconversione di ambienti inospitali in nuovi teatri di azione “eco-dinamici”.
-TERAPIA PSICOSOMATICA. Riconversione dello stress negativo (distress) in positivo (eustress) per recuperare fitness e resilienza; reazione alle pressioni esterne attraverso nuove vie ( “reattanza euristica”, “salienza” e “ormesi”).
– PSICOLOGIA. Riconversione di comportamenti produttivi per risolvere problemi individuali, complessità sociali e disagi esistenziali.
– SPORT. Riconversione delle abilità primarie che hanno dato origine alla cultura fisica e alle pratiche sportive per sviluppare anche la fitness della sopravvivenza.
– BIOETICA. Principi di tutela ambientale e sopravvivenza delle specie.

 

Compendio delle normative FISSS (pdf, 48 pag.)

 

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